Melograno

Nome botanico: Punica granatum

Famiglia: Punicaceae

Area di origine: Asia occidentale


Breve descrizione:

Il melograno è una specie molto rustica la cui coltivazione è particolarmente adatta ad ambienti mediterranei con inverni non troppo freddi ed estati calde. Per questo, la presenza di melograni, coltivati e non, è diffusa principalmente nel Sud e nel Centro Italia, in quanto non si adatta in aree con elevata piovosità estiva e alta umidità relativa, che causano un’alta incidenza di malattie fungine e spaccature dei frutti. Negli ultimi anni, però, il rinnovato interesse verso la coltivazione di questa pianta ha portato alla creazione di nuove cultivar commerciali che vengono coltivate anche a Nord della Penisola, principalmente in zone collinari e dove è minore il rischio di gelate tardive. Il frutto è una bacca (detta balausta) di consistenza molto robusta, con buccia dura e coriacea e forma rotonda o leggermente allungata. All’interno sono presenti i semi, di colore rosso e detti arilli, che possono arrivare ad un numero anche di 600 per frutto. Il frutto matura a ottobre-novembre, a seconda delle varietà.


Periodo di fioritura:
luglio-agosto.

Accorgimenti e cure:

  • Temperatura: predilige estati calde e inverni miti. Fisiologicamente, resiste fino ad un massimo di -10 °C ed è molto sensibile al vento. Anche temperature troppo alte possono essere dannose, in particolare sui frutti, su cui causano scottature e spaccature.
  • Irrigazione: necessita di un’irrigazione regolare durante il ciclo ma mai eccessiva, in quanto teme molto i ristagni idrici. Per questo, è necessario coltivarlo su terreno sabbioso o comunque ben drenato. Il fabbisogno annuale di acqua è di circa 4000-5000 m3 di acqua/anno/ettaro

Varietà principali:

Soveh, Sioh, Rabob, Aghaei, Ardestony, Shisheh cap, Shirin Shahvor, Bajestony, Malas e Daneh Siah, Touq Gardan, Khazar, Shecar e Ashraf (Behshahr), Wonderful One, Ako, Alak, Arous, Farouq, Rahab, Khafar e Shiraz, Ferdous e Khorasan, Bi daneh Sangan


Avversità:

Afidi (Aphis punicae e Aphis gossypii), rodilegno giallo (Zeuzera pyrina), lepidotteri (Cryptoblabes gnidiella e Cydia pomonella), mosca mediterranea della frutta (Ceratitis capitata), cocciniglie (Planococcus citri), deperimenti e disseccamenti (Phytophthora spp. agente del marciume del colletto, Pilidiella granati, agente del cancro del fusto del melograno), maculature della foglia e del frutto (Colletrotrichum gloesporioides, Gloromella cingulata, Sphaceloma punicae, Alternaria spp., Cercospora punicae), marciumi della corona del frutto (Botrytis cinerea, Penicillium spp, Pilidiella granati). Recentemente sono stati notati anche attacchi di cimice asiatica (Halyomorpha halys).


Curiosità:
Usi: oltre al consumo fresco e all’estrazione degli arilli per la preparazione di succhi freschi o congelati, si possono preparare vino, liquori ed elisir, aceti, sciroppi e aceti balsamici, concentrati di succo, melasse e salse, olio di semi, marmellate, coloranti per pelli, foglie e fiori per ricavarne thè e infusi, prodotti cosmetici per la pelle e per i capelli, semi essiccati, pani di succo essiccato, mix caramellati con altri frutti, ecc.

 

Concimazione del Melograno:

L'apporto al suolo degli elementi nutritivi (oltre ad azoto, fosforo e potassio, sono particolarmente importanti ferro, calcio e microelementi) deve essere compensato il più possibile da applicazioni fogliari durante la fase vegetativa e di inizio sviluppo dei frutti, per poi lasciare il posto agli interventi in fertirrigazione in fase di invaiatura, in quanto più efficaci di quelli fogliari (a causa della buccia molto spessa). Per una produzione di 25-30 t/ha, gli apporti devono essere di circa 120 unità di N/ha, 70 unità di P2O5/ha e 160 unità di K2O/ha. Inoltre, circa 50 unità di CaO/ha (di cui almeno il 20% per via fogliare, in quanto più assimilabile). Non devono mai mancare ferro ed altri microelementi, che stimolano l’efficienza fotosintetica e riducono i fenomeni di clorosi.

Alla ripresa vegetativa ed in post-raccolta, intervenire al suolo con i concimi organici ed organo-minerali a base di AGROGEL®, gelatina idrolizzata per uso agricolo, ad alto contenuto di azoto e carbonio organici. L’azoto non è soggetto a perdite per lisciviazione e volatilizzazione, per cui questi concimi rispettano l’ambiente e riducono gli sprechi economici. La complessazione degli altri meso e microelementi alla matrice proteica consente una cessione progressiva e modulata, completamente naturale, che prolunga la disponibilità per le piante anche di fosforo, potassio, ferro, zolfo, calcio limitando i fenomeni di immobilizzazione nel suolo. Con i concimi a base di AGROGEL®, viene soddisfatto tutto il fabbisogno nutrizionale della coltura, aumenta la resa produttiva e la qualità della frutta.

Per via fogliare ed in fertirrigazione, intervenire con i concimi a base di GELAMIN® e biostimolanti di origine vegetale della linea VIRIDEM®. Matrici esclusive ottenute con processi esclusivi, l’idrolisi enzimatica e l’estrazione in CO2 Supercritica, che consentono di avere alti contenuti di azoto organico e di amminoacidi in forma prevalentemente levogira e di estrarre efficacemente le molecole ad azione biostimolante, come triacontanolo, vitamine, composti fenolici ed altre molecole bioattive. Gli amminoacidi, l’azoto e gli altri elementi assorbiti rapidamente, insieme ai composti ad azione biostimolante, favoriscono un’azione nutritiva, anti-stress e migliorano i parametri qualitativi della frutta. La stabilità delle matrici, la bassa salinità e il pH consentono la miscibilità con altri prodotti, anche fitofarmaci, per cui l’applicazione può essere effettuata in occasione dei trattamenti antiparassitari.

Fertilizzanti per questa coltura