Redazionali
Melone, partire bene in post-trapianto per una sicura produzione
Con la strategia ILSA, risultati eccellenti in termini di calibro dei frutti, con un aumento del peso medio di circa il 20%, 1 grado Brix in più e riduzione delle spaccature, con solo l’1% di scarto produttivo.
01/05/2016
Invernale, Cantalupo, Retato che sia, il melone è un frutto antichissimo che mantiene intatti il gusto, il profumo e l’apprezzamento da parte dei consumatori. Con più di 20mila ettari, infatti, è la coltura orticola più coltivata in Italia, dopo pomodoro e carciofo, considerandolo da solo, senza cioè la cugina anguria. Come tutte le cucurbitacee però, il melone è una coltura soggetta a stress di vario tipo: sbalzi termici nelle stagioni più estreme, ristagni idrici, salinità, squilibri nutrizionali, terreni stanchi, ricchi di nematodi e carenti di sostanza organica sono solo alcuni dei fattori esterni che possono disturbare il normale sviluppo delle piante di melone e la loro produzione finale. A questi vanno aggiunti vari stress biotici, con patogeni che si manifestano proprio quando le piante di melone sono più deboli: nematodi, fusariosi delle radici e monosporascus (collasso delle piante alla fine del ciclo) sono solo qualche esempio, che costringe spesso gli agricoltori a ricorrere a piante innestate.
Sia in serra che in pieno campo, quindi, è necessario adottare anzitutto una strategia di nutrizione, già nelle prima fasi post-trapianto, che fornisca alle piante gli elementi nutritivi fondamentali per la crescita e la produzione. Contemporaneamente, bisogna stimolare una rapida crescita delle radici e delle piante nelle fasi iniziali, tale da ridurre l’esposizione ai rischi ambientali ed ai conseguenti stress fisiologici. Un apparato radicale più esteso e ramificato significa più efficiente assorbimento di acqua ed elementi nutritivi, benessere della pianta nelle fasi di sviluppo, fioritura, allegagione e ingrossamento dei frutti. Per questo Ilsa ha messo in campo un set completo di strumenti per i prossimi trapianti, ormai imminenti. Strumenti naturali, secondo la filosofia aziendale, che mirano sia a nutrire le piante in maniera efficiente, sia a stimolarle positivamente nelle fasi cruciali, quando devono esprimersi al meglio per una resa alta e di qualità.
IlsaNeem, IlsaDeepdown, IlsaStim+, IlsaRodder e IlsaVegetus costituiscono una strategia completa, al terreno, in fertirrigazione e per via fogliare, per consentire al melone di arrivare alla fase di formazione dei frutti nel miglior modo possibile. IlsaNeem, a base di Agrogel® (gelatina idrolizzata per uso agricolo, di produzione esclusiva Ilsa) e panello di Neem, consente un’azione nutritiva e di sviluppo delle radici in terreni con problemi di stanchezza. L’ alta percentuale di azoto e carbonio organici e l’azione protettiva del Neem permettono una concimazione di fondo ideale per questa coltura.
In post-trapianto, gli interventi in fertirrigazione con IlsaDeepdown e IlsaStim+ (miscelati tra loro e, senza problemi, anche con altri prodotti) uniscono l’effetto biostimolante dell’idrolizzato enzimatico di Fabaceae a quello degli amminoacidi e del fosforo ad alta assimilabilità. L’azione degli estratti naturali, delle vitamine e degli amminoacidi sullo sviluppo radicale permette alle piante di svilupparsi prima e meglio, risentendo poco o niente di eventuali fattori esterni negativi.
A completamento della strategia vincente, IlsaRodder e IlsaVegetus, per via fogliare, consentono un ulteriore stimolo radicale e, contemporaneamente, un migliore ed equilibrato sviluppo vegetativo. Le piante sviluppano più massa fogliare, fanno più fotosintesi e si predispongono al meglio per le successive fasi produttive. IlsaVegetus, in particolare, consente una più alta percentuale di allegagione, soprattutto in condizioni climatiche difficili, grazie all’azione degli estratti naturali contenuti nell’idrolizzato enzimatico di Fabaceae. Così, uno sviluppo ed una fioritura efficienti predispongono la pianta ad una resa eccezionale.
Nelle immagini di seguito, ecco le differenze di sviluppo vegetativo di piantine di Honey Moon in una serra di Battipaglia (NA), a 20 giorni dal trapianto. La foto, scattata lo stesso giorno, evidenzia gli effetti positivi della strategia Ilsa per le prime fasi vegetative, rispetto alla classica concimazione minerale.
Alla fine, i risultati in termini di calibro dei frutti, grado zuccherino e riduzione di spaccature hanno dato ragione ai prodotti speciali Ilsa, con un aumento del peso medio di circa il 20%, di oltre 1 grado Brix e solo l’1% di scarto produttivo.
In conclusione, Ilsa ha individuato la corretta strategia di nutrizione e biostimolazione del melone che, a partire dalle prime fasi, permette di aumentare la precocità, la resa e la pezzatura dei frutti, uniformandola verso classi di calibro commercialmente più valide, oltreché incrementare il contenuto zuccherino e ridurre gli scarti produttivi. Triacontanolo ed altri composti ad azione biostimolante favoriscono lo sviluppo ed il benessere vegetativo fino alla raccolta e riducono, così, i rischi di fisiopatie durante tutto il ciclo, compreso il collasso finale che, da solo, può pregiudicare l'intera produzione.