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Trapianto melone: una guida per ridurre gli stress e aumentare la produzione

05/03/2025

Sommario:

Si avvicina la delicata fase del trapianto di meloni, angurie, pomodori in pieno campo, serra o tunnel. Proprio in ambiente protetto, però, pur limitando le influenze negative esterne, sopraggiungono le maggiori minacce nella fase iniziale e arrivano dal suolo

Quando trapiantare meloni e angurie?

A seconda della varietà e del tipo di coltivazione, il trapianto di meloni e angurie può iniziare da metà marzo fino a giugno, per le varietà più tardive. I primi trapianti, date le condizioni climatiche ancora post-invernali, si fanno in ambiente protetto, serra o principalmente tunnel dove, se il terreno non è stato ben predisposto, possono verificarsi problemi di nematodi, funghi o altri patogeni terricoli.

Come trapiantare i meloni? A quale distanza?

Meloni e angurie vanno trapiantati a una distanza che va dai 50 ai 100 cm, a seconda delle varietà a frutto più piccolo o più grande. Tra le file, invece, la distanza va in genere da 100 a 150 cm. In questa maniera, in serra, si può arrivare a un numero di piante per ettaro di quasi 10 mila, il che lascia intendere una fortissima competizione per l’acqua e i nutrienti che, quindi, non devono mai mancare ed essere assorbiti efficacemente.

Perché è fondamentale trapiantare i meloni nella maniera corretta?

Le giovani piantine, se poste nelle migliori condizioni, sviluppano rapidamente un apparato radicale efficiente che consentirà di assorbire acqua e nutrienti durante tutto il ciclo colturale. E’ importante anche lo sviluppo vegetativo nelle prime fasi, che deve essere rapido per favorire la fioritura e l’entrata in produzione.

In questa maniera, una pianta con un buon vigore radicale e vegetativo riesce a svolgere bene la delicata fase di sviluppo dei frutti e risulta più tollerante a stress fino alla loro maturazione, in modo da ottenere pezzatura e qualità richiesti dal mercato.

Quali accorgimenti considerare per il trapianto?

Partire bene in post-trapianto sottintende una serie di aspetti di differente natura:

  • anzitutto, è necessario avere una buona struttura e fertilità del terreno per favorire lo sviluppo radicale. E’ quindi importante l’apporto di sostanza organica di qualità che, oltre a migliorare la porosità e regolare il trattenimento di acqua (senza carenze o eccessi a seconda del terreno più sabbioso o argilloso), aumenta anche la fertilità microbiologica, quindi i processi che portano le piante ad aumentare l’efficienza di assorbimento di acqua e nutrienti; 
  • i nutrienti, per l’appunto e in particolare l’azoto, fondamentale per la crescita iniziale e soggetto spesso a perdite, in particolare con frequenti irrigazioni. L’apporto di azoto organico consente di annullare le perdite e garantisce un supporto graduale e continuo per le piante;
  • lo sviluppo di un buon apparato radicale è un altro aspetto essenziale perché è proprio nelle fasi iniziali che la pianta deve formare delle radici efficienti, in grado di esplorare più terreno possibile e garantire l’assorbimento fino all’ingrossamento dei frutti e alla maturazione. Micorrize e specifici amminoacidi possono essere di grande aiuto in questa fase;
  • ultimo fattore, ma cruciale quando si parla di melone e altre cucurbitacee in serra o tunnel, è che lo sviluppo di un sistema radicale efficiente deve fare i conti con tanti piccoli “nemici” presenti nel suolo, in primis i nematodi. Questi piccoli insetti, se non trovano limitazioni, possono compromettere da subito l’efficienza di assorbimento delle radici.

Come trapiantare meloni, angurie e pomodori?

Anche per questa esigenza, ILSA ha le soluzioni adatte, da applicare prima e appena dopo il trapianto.

ILSANEEM è una specialità nutrizionale, da applicare in pre-trapianto (da 50 a 80 kg/1000 m2), che ha una triplice azione. Grazie alla combinazione tra Agrogel® (gelatina per uso agricolo) e panello di Neem, complessato alla matrice proteica:

  • apporta oltre il 40% di carbonio organico di alta qualità, di origine proteica, che migliora la struttura e la fertilità microbiologica del suolo;
  • apporta l’11% di azoto tutto organico, quindi un sostegno nutrizionale efficiente per le piante, non soggetto a perdite ma, anzi, disponibile per buona parte del ciclo colturale;
  • ha un’azione nematostatica nei confronti di nematodi e altri insetti terricoli. Che significa? Che, grazie alla presenza del Neem, la carica di nematodi viene mantenuta sotto la soglia di pericolosità, per cui le radici si sviluppano e rimangono efficienti fino alla fine del ciclo. Il carattere naturale del Neem, inoltre, consente l’impiego di ILSANEEM anche in agricoltura biologica, a differenza di tanti prodotti chimici presenti in commercio.

Appena dopo il trapianto, ILSAORGAMIT-R dà un ulteriore e importante contributo, stavolta in fertirrigazione. Applicato in unica soluzione a 20 kg/ha oppure in due passaggi a distanza di una settimana, a dose dimezzata, anche questo prodotto ad azione specifica esercita una triplice azione:

  • apporta azoto organico e amminoacidi, fondamentali per stimolare lo sviluppo radicale e soddisfare le esigenze nutrizionali nelle prime fasi;
  • contiene micorrize che favoriscono lo sviluppo armonioso dell’apparato radicale (radici primarie, secondarie e capillizio) e consentono alle piante di assorbire fosforo, fattore limitante soprattutto in agricoltura biologica;
  • apporta Trichoderma (harzianum) e batteri della rizosfera che, nel suolo, svolgono un’azione antagonista nei confronti di funghi e batteri patogeni eliminando, così, altri fattori di rischio.

Le applicazioni di ILSANEEM e ILSAORGAMIT-R consistono in due operazioni molto semplici ma fatte con prodotti altamente specifici, che tolgono ogni dubbio per il produttore e sollevano la coscienza di tutti. Si tratta, infatti, di formulati di origine totalmente naturale, che rispettano l’ambiente e sono ottenuti, tra l’altro, da processi di idrolisi termica ed enzimatica, quindi ad altissima eco-sostenibilità.


Foto 1: Battipaglia (SA), confronto tra piantine di melone in post-trapianto, 1 5 giorni dopo l’applicazione
di ILSANEEM e ILSAORGAMIT-R (a destra), rispetto al testimone (a sinistra).


Foto 2: Confronto tra radici di pomodoro in cui è stato applicato ILSANEEM (a sinistra) e testimone (a destra), dopo un forte attacco di nematodi.