Redazionali

L'olio italiano è il migliore del mondo?

08/07/2015

Certo che l’olio italiano è il migliore del mondo. La vocazione del territorio, la tradizione nella produzione e trasformazione olivicola, fanno dell’olio Made in Italy un sinonimo di alta qualità. La grande diffusione di marchi italiani all’estero ne sono la conferma.

Con quasi 1.150.000 ettari coltivati e 400.000 tonnellate di olio d’oliva prodotto, l’Italia è tra le prime al mondo, anche se stabile ormai da anni. In Italia infatti la produzione stenta a salire, un po’ per annate climatiche disastrose come le recenti, ma anche per l’accesa competizione sul prezzo di vendita. Oli extravergini di oliva a meno di 3 euro al litro, scandali e contraffazioni hanno certo scoraggiato i produttori che sostengono costi di gestione al contrario sempre più elevati.

Talvolta poi, prezzi molto competitivi, sono anche dovuti a processi d’innovazione avvenuti soprattutto oltreconfine. Così è facile trovare oli spagnoli o cileni di altissima qualità ed a prezzi più contenuti. A differenza dell’Italia, dove il rispetto della tradizione comporta ancora la presenza di oliveti raccolti a mano e sistemi di trasformazione poco efficienti.

La produzione mondiale è cresciuta di quasi 500.000 tonnellate negli ultimi 15 anni, quasi quanto il consumo che si registra anche in zone non tipiche. Il riconoscimento della dieta mediterranea, di cui l’olio d’oliva è l’ingrediente principe, come patrimonio mondiale dell’Unesco, ha sicuramente favorito questa ascesa.

Cosa fare, allora, per valorizzare un settore che da anni tiene alta la bandiera italiana in tutto il mondo?

Bisogna puntare, oggi come non mai, sia sulla quantità che sulla qualità.

E’ possibile avere oliveti intensivi o super-intensivi (oltre 1.000 piante/ha, se ne vedono molti all’estero) dai quali ottenere anche un’altissima qualità, grazie all’introduzione di tecniche agronomiche innovative. La fertirrigazione e la concimazione fogliare, ad esempio, consentono un uso più efficiente delle risorse acqua e fertilizzanti. Le tecniche di potatura e di allevamento, come ad esempio quella del vaso policonico, permettono di produrre ogni anno. La raccolta meccanica velocizza i tempi di raccolta e di consegna delle olive per la trasformazione.

Tutti fattori che ILSA ha considerato e che hanno permesso benefici sia in termini qualitativi che quantitativi, anche negli ultimi due anni, certo non facili.

 

LA STRATEGIA ILSA DI FERTIRRIGAZIONE E NUTRIZIONE FOGLIARE PER L'OLIVETO

Prevede interventi in fertirrigazione e in fogliare, che permettono di ridurre fino al 50% la quantità di unità fertilizzanti somministrate al suolo. Ma questo non è l’unico vantaggio in termini di costi, perché la perfetta stabilità e miscibilità delle matrici ILSA consente di fare applicazioni fogliari mirate in occasione dei trattamenti antiparassitari (aprile per l’occhio di pavone, giugno per la tignola e luglio-agosto per la mosca), senza quindi intervenire appositamente.

I risultati: a confronto con le pratiche tradizionali delle zone di riferimento, i fertirriganti e fogliari ILSA hanno sempre portato a:
- aumento della resa ad ettaro in olive;
- migliore sviluppo della vegetazione e aumento della capacità   fotosintetica, con la conseguente riduzione dell’alternanza di produzione (con un’idonea tecnica di potatura);
- aumento della percentuale di olio, anche lo scorso anno, quando le rese sono state basse un po’ ovunque;
- migliore benessere degli olivi, che hanno risposto meglio agli stress di varia natura (e lo scorso anno non sono mancati), aspetto fondamentale quando aumenta la densità di piante ad ettaro;
- riduzione dei tempi di raccolta meccanica, grazie alla migliore assimilazione del potassio, responsabile del più agevole distacco delle olive in fase di raccolta.

Quest’ultimo punto in particolare è strategico per la qualità dell’olio finale: ridurre i tempi di raccolta e di attesa per la molitura consente di limitare i fenomeni di ossidazione e irrancidimento, cause spesso di scadimenti qualitativi del prodotto finale (riscaldo, muffa, rancido), in virtù degli sbalzi eccessivi nei valori di acidità, perossidi, contenuto in acido oleico ed in esteri etilici.

LE EVIDENZE NEL 2014 NEL BARESE

In un’annata così particolare, le prove svolte dal Servizio Agronomico ILSA hanno dato risultati univoci sull’efficacia dei prodotti speciali, a base delle matrici esclusive GELAMIN® (Gelatina idrolizzata fluida per uso agricolo) e Idrolizzato enzimatico di Fabaceae (ufficialmente registrato in Italia come “Prodotto ad azione specifica - Biostimolante).

In agro di Cassano delle Murge (BA), ad esempio, presso l’azienda Nuzzaco, sono state valutate le azioni specifiche dei fertirriganti e fogliari ILSA su resa in olive ed in olio, come da schema seguente.

I prodotti speciali ILSA sono stati usati in maniera alternata per valutare i singoli effetti, ed i risultati sono stati salomonici nell’indicare la strategia completa come quella più idonea. RISULTATI OTTENUTI:

Ulteriore conferma ha avuto anche ILSAC-ON, biostimolante a base di Idrolizzato enzimatico di Fabaceae, sull’aumento della percentuale in olio, grazie allo stimolo ad accumulare più metaboliti nei frutti. Entrambe le tesi in cui è stato applicato ILSAC-ON, hanno avuto una resa analoga tra loro e maggiore rispetto al non trattato. Anche i fertirriganti e fogliari ILSA hanno avuto un buon effetto, nonostante l’annata trascorsa. Rispetto alle due tesi in cui non sono stati impiegati, la resa in olive è stata maggiore. La tesi con la resa più bassa è stata quella in cui non sono stati impiegati né i fertilizzanti ILSA né ILSAC-ON.



Altro aspetto tecnico importante è legato alla facilità di distacco delle drupe. Dove sono stati impiegati i concimi liquidi ILSA, in particolare ILSACTIVE FINALE, il proprietario riferisce che le olive si staccavano molto più facilmente rispetto a quelle in cui erano stati impiegati urea e nitrato di potassio. Ciò ha portato notevoli benefici al momento della raccolta meccanica con lo scuotitore. Tale vantaggio è dovuto al Potassio Tiosolfato complessato con gli amminoacidi levogiri, componenti dell’ILSACTIVE FINALE, rispetto al nitrato di potassio che, con le abbondanti piogge, è stato più facilmente dilavato

Tutte conferme che, già dagli anni scorsi, possono dare più tranquillità agli olivicoltori, consapevoli che gli strumenti per aumentare quantità e qualità, senza aumentare i costi, oggi ci sono.

Per saperne di più sulle prove, consulta il sito www.ilsagroup.com o contatta il Servizio Agronomico di ILSA.

 

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