Redazionali
IlsaC-on, il biostimolante di ILSA
17/12/2013
L’obiettivo che ILSA sta perseguendo ormai da tempo è quello di valorizzare il suo esclusivo processo di idrolisi enzimatica per la produzione di biostimolanti. Tale processo, in cui si utilizzano basse temperature e pH neutro, non risulta aggressivo rispetto ai normali processi industriali di idrolisi. Ciò permette di mantenere intatte le strutture delle molecole e quindi di estrarre in maniera più efficace quelle molecole biostimolanti particolarmente attive nel proteggere e stimolare le piante, in maniera del tutto naturale.
Questo è possibile grazie ad oltre 15 anni di intensa ricerca, che hanno di recente portato l’azienda ad ottenere l’importante risultato dell’iscrizione in legge del primo idrolizzato enzimatico ottenuto da tessuti di fabacee.
IlsaC-on , il nome commerciale dell’idrolizzato, è un biostimolante che riveste un ruolo primario nella gestione agronomica delle coltivazioni. Con i cambiamenti in atto (aumento delle densità di semina e impianto, difesa integrata delle piante e, contemporaneamente, la necessità di aumentare rese e qualità), IlsaC-on è il biostimolante che aumenta l’efficienza in campo. E’ un formulato naturale che permette alle colture di esprimere il massimo delle proprie potenzialità produttive. Può sembrare fantastico ma di fatto per arrivare a scoprirlo, i ricercatori di ILSA, hanno osservato le sostanze che sono naturalmente presenti in alcune piante per rendersi conto che, in queste, è racchiusa una buona parte dei benefici che si vuole trasferire alle proprie colture. E la ricerca a ILSA, grazie anche a finanziamenti di enti pubblici che hanno creduto nella capacità progettuale dei biotecnologi aziendali e fidandosi del prestigio delle numerose università coinvolte, è riuscita nel tempo a rendere queste sostanze funzionali, grazie ad un processo di estrazione enzimatica complesso ma nel contempo dolce e mantenitivo. ILSA ha così ottenuto un formulato capace di offrire una spiccata attività biologica, che stimola positivamente il metabolismo delle colture attraverso un'azione biostimolante ormono-simile di tipo naturale. Il "segreto" di IlsaC-on risiede nella bilanciata combinazione di specifici amminoacidi e di un complesso di alcoli a catena lunga. Tra questi, il rappresentante principe è il triacontanolo, intensamente sintetizzato proprio da molte fabaceae. Nelle piante IlsaC-on promuove l’assorbimento dell’azoto e degli altri elementi nutritivi (in particolare ferro, potassio) ed il loro trasferimento all’interno delle foglie.Inoltre, permette la regolazione delle vie metaboliche attraverso le quali la coltura utilizza sia l'azoto, sia il carbonio. Questo si traduce in un maggiore sviluppo delle piante ed un più alto accumulo di zuccheri nei frutti. Grazie alla più efficace assimilazione dell’azoto (attraverso la regolazione degli enzimi del ciclo del carbonio e dell’azoto), IlsaC-on consente la riduzione dell’accumulo di nitrati nelle foglie, a parità di azoto somministrato con i concimi.
La sua applicazione può essere effettuata sia per via radicale sia fogliare, inducendo reazioni simili a quelle determinate dai principali fitormoni, come l'acido indol-acetico e l'acido gibberellico. Ne consegue un allungamento dei germogli e delle radici, come pure uno stimolo alla differenziazione fiorale. Alla raccolta, ciò si traduce in un incremento delle biomasse e delle rese in generale. IlsaC-on ha anche un’importante funzione di induttore di resistenza agli stress salini, perché aumenta la percentuale di piante germinate in condizioni di elevata salinità. La benefica azione di IlsaC-on sul metabolismo, primario e secondario (quello deputato all’autodifesa), rende le piante anche più preparate, e quindi resistenti, agli attacchi di agenti patogeni fungini. La sua applicazione, quindi, permette di ridurre l’incidenza sulle colture delle principali fitopatie. In generale, nutrire e rendere le piante più forti in maniera per nulla invasiva per l’ambiente, significa rivoluzionare il concetto di nutrizione aprendo la strada ad una specializzazione sempre più netta verso prodotti ad azione specifica per suoli aridi, per stress salini, e adatti a molte altre situazioni di criticità. L’obiettivo è di estendere le superfici coltivabili, senza che ciò vada a discapito della salute dell’ambiente. Un’estensione del resto necessaria per l’incremento della popolazione e la crescente domanda di derrate alimentari.