Redazionali
Da azoto organico ad azoto nutrimento per le piante: come e quando questo accade?
03/10/2012
Nel precedente “Buono a sapersi n.7” abbiamo parlato del comportamento dei microorganismi quando degradano la componente organica dei fertilizzanti applicati al suolo. Le piante assorbono l’azoto in forma inorganica, ecco perché c’è bisogno del lavoro dei microorganismi per trasformare la frazione organica dei fertilizzanti.
Ma in quanto tempo e in che modo questi microorganismi trasformano i concimi in “cibo” per le piante?
Per scoprirlo possiamo usare le cinetiche di mineralizzazione che verificano “tempi e caratteristiche” della trasformazione dell’azoto organico in inorganico. Attualmente in ILSA si usano due metodi: quello delle curve di mineralizzazione dell’azoto nel suolo e le curve di biomassa cumulata con le piante.
L’attività dei microorganismi è influenzata da diversi fattori, tra cui molto importante è la temperatura del suolo. E’ stato dimostrato invece che l’umidità del terreno non riveste un ruolo altrettanto fondamentale nel comportamento dei microorganismi, non modificando molto la cinetica di mineralizzazione dei concimi.
Se si considera un concime organico a lento rilascio di origine animale come Agrogel®, un concime organico di origine animale (farina di sangue) ed un concime minerale (urea), grazie alle curve di mineralizzazione si nota facilmente il diverso destino dei concimi nel suolo: in condizioni controllate, mentre l’azoto da Agrogel® è rilasciato in 12 settimane, quello di urea e farina di sangue è rilasciato rispettivamente in una e quattro settimane.
Qualche parola in più!
La metodica ILSA per le curve di mineralizzazione si basa su una ottimizzazione del metodo di Stanford e Smith del 1972, riadattato dalla dott.ssa Benedetti nel 1983, e messo a punto dal dott. Cavani del Dipartimento di Chimica Agraria della Facoltà di Agraria di Bologna.
Le curve della biomassa cumulata invece sono uno strumento importante per indagare se la tendenza riscontrata nel sistema suolo-microrganismi, attraverso le curve di mineralizzazione, è mantenuta anche quando nel sistema entra il fattore pianta. In questo caso il rilascio di azoto minerale nel suolo è misurato in modo indiretto attraverso la variazione della biomassa della pianta che deriva dalla variazione della quantità di azoto minerale disponibile per la pianta stessa.
Prove fatte con Fertil e urea hanno portato a concludere che l’azoto ureico non è reso disponibile totalmente alla pianta ma viene perso per gasificazione e per un’azione combinata con i processi di lisciviazione. Agrogel®, invece, fornisce alle piante tutto l’azoto di cui dispone e, essendo a lento rilascio, sostiene la produzione per un periodo più lungo.