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Buono a sapersi! Concimazione fogliare del frumento: con il drone è efficace ed ecosostenibile

22/01/2025

L’uso della tecnologia può finalmente convincere i cerealicoltori sull’importanza della concimazione fogliare, spesso considerata superflua ed eventualmente associata solo al trattamento fitosanitario. Le ultime annate hanno però evidenziato, per motivi differenti, la necessità di questa pratica. Sia con primavere piovose, e quindi con l’impossibilità di entrare in campo per la concimazione solida di copertura, sia in condizioni di estrema siccità, quando l’applicazione di concimi minerali a fine inverno comporta grandi rischi di fitotossicità, la concimazione fogliare può compensare, almeno in parte, il deficit nutrizionale di frumento, mais e altri cereali.

I vantaggi della concimazione fogliare del grano

Azoto, microelementi e amminoacidi applicati per via fogliare vengono assorbiti in maniera immediata. Considerando i momenti di maggiore necessità e, quindi, di assorbimento di azoto da parte del grano, possiamo intervenire in maniera mirata:

  • Nella fase di accestimento-levata, quando le piante hanno bisogno di azoto per il periodo di più intenso sviluppo vegetativo;
  • Nella fase di foglia a bandiera–spigatura, quando è importante aumentare e prolungare il più possibile l’efficienza fotosintetica per la produzione di granella e l’aumento di peso specifico e contenuto proteico. In questo caso, l’applicazione fogliare risulta fondamentale in quanto, con l’ingiallimento del culmo, le piante non riescono più ad assorbire acqua e nutrienti dal suolo.

L’applicazione fogliare di specifici formulati, a base di azoto e amminoacidi, risulta quindi determinante per aumentare la resa e la qualità del grano raccolto, con costi minimi. Se gli stessi formulati hanno caratteristiche tali da poter essere applicati per via aerea e con bassissimi volumi di acqua, i vantaggi in termini economici e ambientali sono ancora maggiori.

La prova effettuata nel 2024

In collaborazione con Agrolab Tech, è stata effettuata una prova su frumento duro, var. Saragolla, con due applicazioni di Ilsamin N90, biostimolante fogliare di ILSA ottenuto attraverso un processo di idrolisi enzimatica di collagene. La qualità della materia prima e il processo produttivo consentono di avere un biostimolante ad alto contenuto di azoto tutto organico e amminoacidi (in parte liberi e tutti levogiri, quindi realmente utilizzati dalle piante) e con caratteristiche di pH, bassa salinità, basso contenuto di sodio, cloro e azoto ammoniacale, tali da permetterne la somministrazione anche con bassi volumi di acqua e la miscibilità con qualsiasi formulato commerciale.


La prova ha previsto due applicazioni di Ilsamin N90, nelle fasi di inizio levata e foglia a bandiera, ed è stata ripetuta su due campi differenti (C.da Sant’Angelo e C.da Madonna della Stella) situati a Gravina in Puglia, in provincia di Bari.

La prova ha previsto anche una comparazione tra due diverse modalità di applicazione, la prima “tradizionale” effettuata con trattore e la seconda con drone modello DJI - AGRAS T30, al fine di valutare la sostenibilità economica e ambientale del drone, in termini di risparmio di costi (acqua, carburante), di tempo e di calpestio delle piante.

Protocollo Prova

FASE Tesi ILSA 1 (CON DRONE) Tesi ILSA 2 (CON TRATTORE) Testimone

BBCH 30 (Inizio Levata)

13/04/2024
Ilsamin N90: 3 kg/ha Ilsamin N90: 3 kg/ha /

BBCH 41 (Foglia a bandiera)

23/04/2024
Ilsamin N90: 3 kg/ha Ilsamin N90: 3 kg/ha /

Al suolo è stata effettuata un’unica concimazione in accestimento con 1,5 q/ha di urea.
Volume di acqua per l’applicazione con drone: 20 l/ha Volume di acqua per l’applicazione con trattore: 200 l/ha

Ricordiamo tutti la scorsa primavera, soprattutto nel Sud Italia, caratterizzata da una prolungata siccità, cominciata nella stagione invernale e protrattasi per tutto il periodo primaverile. Ciò ha portato a rese molto deludenti che, per il frumento duro in tutta l’area del sud-barese, sono state molto basse, dai 6 ai 15 quintali per ettaro, non solo per la varietà oggetto della prova, caratterizzata comunque da rese medio-basse ma apprezzata e rivalutata ultimamente per le buone caratteristiche organolettiche. I risultati ottenuti in entrambi i campi di prova, invece, hanno evidenziato un netto miglioramento sia dei parametri vegetativi che produttivi del frumento per entrambe le tesi ILSA, rispetto al testimone, con un leggero vantaggio a favore di quella in cui Ilsamin N90 è stato applicato con il drone.

Ilsamin N90 ha quindi mostrato una migliore capacità di generare clorofilla rispetto al testimone e favorito uno stay green molto più prolungato, in particolare tra la fase di foglia a bandiera e sviluppo della granella, periodo in cui la maggiore efficienza fotosintetica risulta fondamentale per l’efficace riempimento della granella.

Anche i risultati produttivi sono stati nettamente a favore delle tesi trattate con Ilsamin N90 e, in particolare, per la tesi in cui il biostimolante è stato applicato con il drone.

  • maggiore produzione di spighe per metro quadro;
  • contemporanea efficienza fotosintetica durante il riempimento della granella;
  • maggior peso finale.

La distribuzione con il drone è risultata più efficiente di quella con il trattore, in termini di uniformità e precisione di applicazione e, inoltre, considerando la minore perdita produttiva dovuta al calpestio delle piante.

Infine, anche in termini economici, i risultati evidenziano come le due applicazioni di Ilsamin N90 abbiano consentito un netto guadagno per l’agricoltore. Il bilancio, che ha tenuto conto di un prezzo medio del grano di 30 €/q e di tutti i costi relativi al prodotto, alle due applicazioni e al consumo di acqua, è risultato a favore della tesi in cui Ilsamin N90 è stato applicato con il drone, con un incremento di ricavo rispetto al testimone di +304,92 €/ha in C.da Sant’Angelo e +348,42 €/ha in C.da Madonna della, rispetto alla tesi con trattore che ha incrementato il ricavo per l’agricoltore di + 242,4 €/ha in C.da Sant’Angelo e + 133,5 €/ha in C.da Madonna della Stella.

Conclusioni

La sperimentazione ha quindi messo in evidenza tre aspetti fondamentali:

  • L’efficacia delle concimazioni fogliari su frumento che, effettuate con prodotti e nei momenti opportuni, incrementano la resa e la qualità della produzione, in particolare in annate calde e siccitose, ormai sempre più frequenti.
  • La convenienza economica delle applicazioni effettuate con drone, rispetto a quelle tradizionali. Entrambe le tesi in cui è stato applicato il biostimolante hanno nettamente consentito un maggior ricavo per il produttore, al netto dei costi delle due applicazioni ma, nello specifico, la tesi con drone ha consentito un ricavo medio per ettaro superiore del 150% rispetto al testimone, rispetto a un +80% della tesi con trattore.
  • L’altissima eco-sostenibilità dell’applicazione con drone che, oltre a garantire un enorme risparmio di tempo e carburante e la possibilità di distribuzione anche in condizioni edafiche sfavorevoli, consente di evitare il calpestio delle piante e di avere un’altissima efficacia con volumi di acqua molto bassi, aspetto particolarmente sensibile negli ultimi tempi, a causa delle sempre più ridotte disponibilità idriche.

Ciò apre grandi prospettive di utilizzo del drone per le applicazioni fogliari, sia in virtù dei costi oggi molto più accessibili di questa tecnologia, sia della possibilità di ridurre ulteriormente l’uso della risorsa idrica quando queste applicazioni vengono fatte su colture, come fruttiferi e orticole, dove i volumi di adacquamento per ettaro sono molto più alti.

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