Redazionali
I molti destini dell'azoto
26/04/2012
Per evitare la lisciviazione dell'azoto è buona norma utilizzare fertilizzanti azotati a rilascio modulato come i nostri a base di Agrogel® .
Prima di tutto parliamo dell’ azotofissazione che avviene quando l’azoto molecolare (N2) dell’atmosfera viene fissato in forma ammoniacale (NH3), ovvero legato ad uno o più elementi chimici, in una forma tale da poter essere utilizzato dagli organismi viventi. Questo processo, richiedendo energia per la scissione della molecola dell’azoto molecolare, si verifica nell’atmosfera, sfruttando l’energia della radiazione solare e dei fulmini, ma anche nel suolo, ad opera dei microorganismi azotofissatori (fissazione biologica) e negli impianti industriali (fissazione industriale).
Poi l’azoto vive molti diversi destini, viene immobilizzato, mineralizzato, denitrificato, si volatilizza o se ne va per lisciviazione…cosa significa? Ecco in breve la spiegazione:
IMMOBILIZZAZIONE: È la trasformazione dell’azoto minerale in azoto organico, a carico dei microrganismi del suolo che utilizzano le forme minerali azotate e le trasformano in composti organici all’interno della loro biomassa per esplicare le loro normali funzioni metaboliche.
MINERALIZZAZIONE: Consiste in una successione di reazioni mediante le quali l’azoto contenuto nella sostanza organica del suolo viene convertito in azoto inorganico, passando dalla forma organica a quella ammoniacale ed infine a quella nitrica. Sono due i processi principali attraverso cui avviene questa reazione: per ammonificazione, cioè la trasformazione delle sostanze organiche azotate in idrato d’ammonio e per nitrificazione che avviene e consiste nella ossidazione progressiva, in presenza di ossigeno, dell’ammonio a nitrato.
Anche le pratiche agronomiche influenzano il processo di mineralizzazione per esempio lavorazioni ch prevedono la rottura del suolo con il conseguente aumento di ossigeno portano ad una maggiore mineralizzazione, o anche la concimazione azotata che fa diminuire questo processo perché i microorganismi preferiscono utilizzare l’azoto subito disponibile con il concime.
DENITRIFICAZIONE: È la progressiva riduzione di nitrati e nitriti, in assenza di ossigeno, in composti gassosi come l’azoto molecolare (N2) o il protossido d’azoto (N2O). Essendo un processo anaerobico, in campo la denitrificazione si verifica solo in caso di anossia (assenza di ossigeno libero nel suolo) prolungata, per esempio in suoli con basso drenaggio in seguito a forti precipitazioni e ridotta evapotraspirazione, che provocano l’accumulo dell’acqua per un lungo periodo che va a riempire la macroporosità: nelle normali condizioni di coltivazione, quindi, è raro, salvo casi particolari come le risaie.
VOLATILIZZAZIONE: É un processo nel quale l’azoto ammoniacale del suolo viene liberato nell’atmosfera, sotto forma di ammoniaca: gli unici ioni ammonio soggetti a volatilizzazione sono quelli in soluzione e non quelli adsorbiti. Nei suoli agricoli le perdite naturali di ammoniaca per volatilizzazione sono rilevanti in suoli a reazione nettamente alcalina dove, essendoci una piccola quantità di ioni idrogeno, una percentuale elevata di ammonio è convertita ad ammoniaca. Diverso è il caso delle perdite per volatilizzazione in conseguenza dell’applicazione di concimi ammoniacali; queste perdite si hanno quando fertilizzanti con azoto ureico/ammoniacale vengono distribuiti per esempio su suoli alcalini, o con una temperatura della superficie del suolo di 30° C o più, o anche in condizioni di elevata umidità e senza interramento. In queste condizioni si produce ammoniaca dall’urea e dal solfato di ammonio. Fenomeni di volatilizzazione possono interessare anche la parte aerea delle piante, in condizioni di temperatura elevata e traspirazione molto intensa.
LISCIVIAZIONE: È il movimento dell’azoto, disciolto con ione nitrato nelle acque di percolazione, lungo il profilo del suolo fino ad oltrepassare lo strato interessato dall’apparato radicale delle piante. L’azoto lisciviato non può più essere utilizzato da parte degli organismi vegetali e viene disperso nelle acque di falda. Il processo rappresenta quindi una perdita nutrizionale ed economica, ma anche una fonte di inquinamento delle acque (accumulo di nitrati tossici per l’uomo e gli altri organismi animali, eutrofizzazione delle acque). La forma nitrica è quella maggiormente lisciviata, poiché è quella più presente nella soluzione circolante. Solo in suoli sabbiosi, con bassa capacità di scambio può essere lisciviata anche la forma ammoniacale. I fattori che maggiormente influenzano la lisciviazione dell’azoto sono correlati all’ambiente pedoclimatico, alla pianta coltivata e alle tecniche agronomiche.
Per evitare perdite per lisciviazione è necessario migliorare l’efficienza di utilizzazione dell’azoto. Ecco alcuni consigli: sincronizzazione della distribuzione dell’azoto con le necessità della pianta, ovvero in epoche e posizioni prossime all’assorbimento; utilizzazione di fertilizzanti azotati a effettivo lento rilascio o a rilascio controllato ( come i nostri fertilizzanti a base di Agrogel®); eliminazione di appezzamenti senza coltivazione nel periodo di maggiori precipitazioni utilizzando colture di copertura in grado di assorbire l’azoto presente; aumento della uniformità di distribuzione, per evitare una sotto-concimazione in alcune zone e un eccesso in altre; mantenimento di una fascia libera da concimazione ai bordi degli appezzamenti, in modo da ridurre le perdite nelle scoline.