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Acinellatura della vite: quali sono le cause e le soluzioni idonee a prevenire la fisiopatia e a garantire una buona produzione?

05/06/2021

Che cos’è l’acinellatura?

Con il termine “acinellatura” si indica uno sviluppo disomogeneo degli acini del grappolo. Il numero e la dimensione degli acini sono il prodotto di quanto accade durante le delicate fasi di fioritura e allegagione in cui ogni squilibrio nutritivo e/o stress abiotico, può influire in maniera determinante sullo sviluppo degli acini e dei grappoli.

Quali sono le principali cause che determinano l’acinellatura?

  • Fattori nutrizionali: gli elementi nutritivi a disposizione della pianta hanno un ruolo fondamentale nello stabilire le dimensioni della bacca, assicurando una buona fioritura e allegagione, oltre alla corretta moltiplicazione e distensione cellulare. 
    • Azoto: stimola direttamente la produzione di auxine, notoriamente ormoni promotori della fioritura. 
    • Ferro: un’indisponibilità anche temporanea del ferro, come spesso si verifica in primavere piovose, specie su suoli calcarei, può condizionare negativamente la buona riuscita della fioritura, portando a un’allegagione solo parziale, con aborti fiorali oppure lo sviluppo senza semi di acini di piccole dimensioni. La ridotta dimensione degli acini, provocata dalla scarsità di ferro, spesso non incide sulla qualità dell’uva da vino, in quanto trattasi di acinellatura cosiddetta dolce.
    • Boro: essenziale per la buona riuscita della fioritura e per la crescita di nuove cellule del tessuto meristematico. Esso favorisce inoltre l’impollinazione e lo sviluppo dei frutti. Il boro attraversa la pianta seguendo il flusso xilematico, perciò qualunque rallentamento della traspirazione (es. carenza idrica) può provocare una mancanza dell’elemento (frequente in aree siccitose, terreni sabbiosi, suoli calcarei e con poca sostanza organica). 
    • Molibdeno: l’elemento segue il flusso linfatico della pianta. Seppure la fisiopatia da carenza di molibdeno sia meno frequente rispetto agli altri elementi nutritivi, in alcune zone viticole del mondo è stato appurato che la carenza di molibdeno porta al disomogeneo accrescimento dell’acino.
    • Zinco: diversi autori sono concordi nell’affermare che una buona nutrizione in fioritura di zinco diminuisca la percentuale di aborto fiorale.






    • Fattori ambientali: eccessiva umidità e pioggia causano una difficoltà nello scaliptramento, che inevitabilmente provoca l’aborto del fiore. Le basse temperature invece, limitano la biosintesi di citochinine e auxine, considerati i principali promotori della divisione e distensione cellulare. Inoltre, regimi idrici non conformi al fabbisogno della pianta possono causare una diminuzione della percentuale di allegagione, aborto fiorale o semplicemente bacche dalle dimensioni ridotte. In effetti, una scarsità d’acqua nel periodo estivo, compreso tra le fasi di allegagione ed invaiatura, determina più spesso una vera e propria acinellatura con alternanza di bacche grandi e piccole portate sullo stesso grappolo, dovute ad una limitata moltiplicazione e distensione cellulare.
  • Fattori genetici: alcune varietà presentano, per carattere genetico, fiore solo maschile o solo femminile. Ciò rappresenta una delle cause fondamentali del disomogeneo accrescimento degli acini. Un altro fattore genetico è la malformazione detta “star flower”. Essa si verifica a causa della particolare conformazione talvolta assunta in fioritura dai petali, che si aprono dall’alto della caliptra formando una caratteristica disposizione a stella. Tale irregolarità costringe il fiore a stami molto corti, antere che regrediscono con difficoltà e pistillo che, al momento dell’apertura dell’ovario, emerge ancora immaturo. Lo stigma appare inoltre privo di polline, portando alla formazione partenocarpica degli acini, che presentano semplicemente primordi di vinaccioli e di conseguenza, ridotte dimensioni.

    Alcune soluzioni idonee a favorire la fioritura e l’allegagione e a prevenire l’acinellatura.

    Dall’esperienza in campo ILSA suggerisce l’impiego di due specialità in applicazione fogliare, entrambi derivati da un processo di idrolisi enzimatica (FCEH®) completamente naturale e totalmente sostenibile dal punto di vista ambientale.

    Ilsamin Multi è una specialità nutrizionale consentita anche in regime biologico, a base di microelementi (Zn, Fe, Mn e B) complessati da amminoacidi e peptidi, che promuovono l’assorbimento e la veicolazione di questi elementi nella pianta. Così si previene la comparsa di fisiopatie nutrizionali e si favorisce un corretto funzionamento del metabolismo della pianta (fioritura, respirazione, ecc.).

    IlsaC-on è un biostimolante 100% vegetale, consentito in agricoltura biologica, a base di idrolizzato enzimatico di Fabaceae®, ricco in amminoacidi levogiri, triacontanolo naturale, saponine, polifenoli, acido γ- e β- amminobutirrico e polisaccaridi. Queste molecole organiche favoriscono la fioritura, la moltiplicazione cellulare e l’assorbimento di nutrienti e acqua.

    Nella fase di pre-fioritura e in piena fioritura si consiglia, in applicazione fogliare, di impiegare Ilsamin Multi al dosaggio di 1,5-2 (Kg/ha) in associazione ad IlsaC-on al dosaggio di 1,5 (Kg/ha). Con opportuni interventi mirati e senza eccedere nelle concimazioni, a favore dell’ambiente, si favorisce la fioritura e l’allegagione, si prevengono le fisiopatie da carenze nutrizionali e si attivano i meccanismi di risposta della pianta agli stress abiotici (squilibri idrici, temperature elevate, ecc.) garantendo una crescita vegeto-produttiva delle piante in linea con le aspettative del viticoltore.








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